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Carenza di ferro: e se fosse celiachia?

Sintomi come estremo affaticamento, mal di testa, insonnia, accelerazione del battito cardiaco, fiato corto, solo per citarne alcuni, possono nascondere un’anemia da carenza di ferro, o anemia sideropenica. In questa condizione, inadeguati livelli di ferro nell’organismo compromettono il trasporto dell’ossigeno attraverso il sangue: il ferro, infatti, è essenziale per la formazione di emoglobina, una proteina presente nei globuli rossi che si lega all’ossigeno e lo trasporta attraverso il sangue per alimentare muscoli, tessuti e organi. In caso di celiachia, il danneggiamento dei villi intestinali provocato dalla risposta autoimmune all’esposizione al glutine fa sì che venga meno la capacità di estrarre il ferro dai cibi, riducendone l’assorbimento. Ecco perché, anche in mancanza di altri sintomi caratteristici, un’anemia difficile da correggere con la semplice assunzione di ferro costituisce un indicatore sufficiente per sottoporsi ai controlli del caso e stabilire se si sia in presenza di malattia celiaca.
Che cos’è la celiachia?
La celiachia è una malattia autoimmune definita sistemica, causata da un’intolleranza permanente a una particolare frazione del glutine, la gliadina, che in soggetti geneticamente predisposti se viene ingerita può attivare una risposta autoimmune della mucosa intestinale, innescando uno stato infiammatorio che si cronicizza portando alla progressiva atrofizzazione dei villi, con conseguente malassorbimento di uno o più nutrienti. In particolare, il ferro costituisce il deficit più frequente negli individui con celiachia non ancora diagnosticata. Altre carenze possono essere quelle di vitamine del gruppo B, specie acido folico e Vitamina B12.
Il ruolo dell’alimentazione
Se normalmente un’alimentazione completa e corretta è sufficiente per approvvigionarsi della quantità di ferro necessaria all’organismo, nei soggetti celiaci non ancora diagnosticati il malassorbimento vanifica i benefici dell’alimentazione, in quanto compromette letteralmente lo stato generale di nutrizione. Una volta posta la diagnosi di celiachia, una stretta dieta aglutinata osservata a vita è in grado di riportare alla norma la funzionalità intestinale nella maggioranza dei casi e di conseguenza l’assorbimento del ferro e di tutti i nutrienti, con tempi che possono però variare sensibilmente nei diversi soggetti. In alcuni casi, quindi, anche in presenza di dieta aglutinata osservata strettamente, l’integrazione di ferro può rivelarsi una buona strategia per riportare i corretti livelli ematici di questo nutriente con maggior velocità.
Si rivelano utili preparati a base di ferro saccarato microincapsulato in alginati di calcio che aderiscono alla mucosa e consentono un rilascio graduale del ferro ottimizzando la tollerabilità e l’assorbimento del prodotto. Questi preparati sono resi ancora più completi dall’inserimento della Vitamina C, che favorisce l’assorbimento del ferro, ma anche di acido folico, vitamine B6 e B12, altri fattori coinvolti nella produzione di globuli rossi.