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Il supporto al medico nella scelta degli integratori vitaminici

Introduzione

Da una ricerca condotta dal Censis e presentata a giugno del 2019 alla XX Convention di Federsalus  emerge che sono circa 32 milioni gli italiani che assumono integratori alimentari, spesso vitaminici. (https://www.censis.it/welfare-e-salute/salute-gli-integratori-alimentari-utilizzati-da-32-milioni-di-italiani

Per quanto concerne il genere, l’età, il livello culturale, il luogo di residenza e il livello economico, l’assunzione di integratori è trasversale e la scelta è dettata dalla convinzione che l’integratore alimentare possa contribuire efficacemente alla prevenzione delle malattie e alla tutela della salute.
Più di 18 milioni di italiani assumono abitualmente, ogni giorno, gli integratori alimentari e più di 4 milioni li assumono più volte al mese. Il 62,8% dei consumatori di integratori alimentari ha un’età compresa tra i 35 e i 64 anni e il 60,5% dei consumatori è rappresentato da donne. 

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Gli integratori alimentari sono costituiti da sostanze attive che svolgono azioni generalmente ben definite nell’organismo, quindi è auspicabile che la loro assunzione venga consigliata da un operatore della salute. 
In effetti dalla ricerca del Censis emerge che il 57,3% degli italiani consuma integratori a seguito di un consiglio e tra questi, l’82,4% ha ricevuto il consiglio da un medico o da un farmacista. 

Tutto ciò genera ovviamente un importante volume di affari ma l’elemento sostanziale, nel caso dei prodotti destinati alla conservazione o al ripristino della salute, è la loro utilità ed efficacia. Il 74% degli italiani reputano che l’assunzione degli integratori alimentari determini effetti positivi che sono allineati con gli effetti attesi.

L’assunzione degli integratori alimentari non è la conseguenza di una pulsione consumista bensì il frutto della ricerca di una soluzione efficace alla necessità di prevenire malattie e tutelare la salute. 

La volontà di raggiungere questo obiettivo deve coinvolgere il medico di medicina generale o il medico specialista. 

La combinazione dell’esigenza percepita dai soggetti di mantenersi in salute, del consulto con il medico per ottenere il consiglio più appropriato e dell’assunzione conseguente dell’integratore alimentare fa in modo che il 58,1% di coloro che assumono integratori alimentari goda di uno stato di salute ottimo o buono, come emerge nella ricerca condotta dal Censis.

Come scegliere un integratore alimentare

Secondo le norme vigenti in Italia, nella composizione di un integratore alimentare possono essere inserite numerose sostanze, tra le quali vitamine, minerali, amminoacidi, sostanze di derivazione animale (come l’olio di fegato di merluzzo o la pappa reale) o di derivazione vegetale (come il polline), estratti vegetali.

È chiaro che non risulta facile orientarsi tra le numerose soluzioni offerte dal mercato degli integratori alimentari. Sussiste purtroppo la possibilità di affidarsi alle sostanze sbagliate o a combinazioni inappropriate di sostanze o a prodotti che contengono quantità insufficienti o eccessive di sostanze attive. Per quanto riguarda gli integratori vitaminici, l’esperienza suggerisce che si possa spesso incappare in formulazioni contenenti quantità insufficienti di vitamine, inadatte al raggiungimento di qualsiasi obiettivo attinente alla salute.

Quindi la scelta dell’integratore alimentare più appropriato per raggiungere il fine che ci si è posti deve seguire una serie di passaggi necessari.

Il primo passo da compiere è quello di stabilire per quale scopo debba essere impiegato l’integratore alimentare. Un esempio pratico: il soggetto che deve fruire dei benefici derivanti dall’assunzione dell’integratore è sottoposto alle molteplici condizioni di stress causate delle conseguenze della diffusione dell’infezione da Covid 19.

La risposta a condizioni che l’organismo interpreta come stressanti implica strategie di adattamento che hanno come scopo la conservazione dell’omeostasi. 

Se però l’esposizione a condizioni stressanti si ripete o cronicizza comporta ricadute sfavorevoli sul sistema immunitario, nervoso e endocrino. 

Quindi il soggetto si espone ad una accentuazione dei processi infiammatori e a una maggiore suscettibilità alle infezioni, percepisce difficoltà di concentrazione, riduzione della memoria, irritabilità, sonnolenza facile affaticamento e astenia. 

Queste sono le conseguenze dell’attivazione ripetuta o cronica del sistema simpato-adrenomidollare e dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e i mediatori principalmente implicati sono le catecolammine e il cortisolo. 

Queste sostanze accelerano i processi catabolici e accrescono sensibilmente il consumo delle vitamine e dei minerali introdotti con l’alimentazione. L’accresciuto fabbisogno supera la quota di tali sostanze introdotte con la dieta, tenendo anche conto del fatto che un’ulteriore frequente conseguenza dello stress è la riduzione dell’appetito o la ricerca di alimenti che appagano il gusto ma che hanno un basso valore nutrizionale.

Tutte queste evidenze provengono dalla letteratura scientifica che sottolinea inoltre come il valore nutritivo di riferimento per ciascun nutriente non possa essere considerato un vero riferimento in queste condizioni perché il fabbisogno di vitamine e minerali si accresce, anche sensibilmente. Pertanto, un generico integratore multivitaminico che contiene dosi dei singoli nutrienti inferiori o equivalenti al valore nutritivo di riferimento non rappresenta la soluzione più appropriata.

Quindi per poter effettuare la scelta dell’integratore diviene indispensabile disporre della letteratura a sostegno delle sostanze contenute e delle dosi di ciascuna di esse che sono state inserite nella formula. 

Ad esempio, la vitamina A e la vitamina D sono vitamine liposolubili indispensabili per il corretto funzionamento del sistema immunitario e del sistema nervoso e possono risultare utili nell’affrontare situazioni stressanti che mettano a repentaglio l’efficacia delle difese immunitarie e che riducano l’efficienza del sistema nervoso centrale. 

Affidarsi alla letteratura scientifica in merito consente di disporre di un quadro limpido delle ricadute favorevoli conseguenti alla somministrazione di queste due vitamine, dell’utilità di somministrarle insieme e delle dosi da somministrare per ottenere effetti benefici, aggirando il rischio di indurre effetti tossici. 

Affidarsi alla letteratura scientifica consente anche a coloro che vogliono rimanere maggiormente aderenti all’alimentazione di impiegare alimenti che siano particolarmente ricchi di queste due vitamine, come potrebbe essere il caso dell’olio di fegato di merluzzo, nel quale si trovano altre sostanze utili come gli acidi grassi polinsaturi omega 3 e discrete quantità di vitamina E. 

Studi scientifici pubblicati sottolineano come probabilmente la combinazione delle vitamine liposolubili e degli acidi grassi omega 3 che caratterizza l’olio di fegato di merluzzo determini un effetto superiore a quello determinato dalla somministrazione delle singole sostanze e riduca il rischio di tossicità, con un effetto additivo e sinergico (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21632182/).

Conclusioni

La letteratura scientifica è ricca di evidenze che riguardano lo studio in vitro e nel modello animale delle sostanze presenti negli integratori alimentari. 

La disponibilità di ricerche cliniche riguardanti la somministrazione delle medesime sostanze a soggetti sani o a pazienti affetti da numerosi disturbi è piuttosto ampia. 
In particolare, per quanto riguarda le vitamine e i minerali vi sono studi riguardanti il trattamento di alcune patologie, degli stati di carenza nutrizionale o dell’aumentato fabbisogno fisiologico. 

La mole di letteratura disponibile deve fungere da guida per il medico che intende consigliare l’assunzione degli integratori alimentari, sia per scegliere le sostanze più appropriate, sia per stabilirne le dosi che possano determinare benefici, sia per indicare per quanto debba essere protratta nel tempo l’assunzione. 

L’uso ingiustificato e incontrollato delle sostanze contenute negli integratori non è giustificabile e ciò rende a maggior ragione indispensabile il consiglio del medico. 

Sulla base di tutto ciò, un ruolo fondamentale spetta a coloro che sono coinvolti nella formulazione dell’integratore alimentare, i quali devono aver agito in modo esperto e coscienzioso nel mettere a punto il prodotto. L’altro ruolo fondamentale spetta a coloro che sono preposti a informare il medico sul prodotto, che devono giustificare le scelte fatte all’atto della formulazione, le dosi e tempi per la somministrazione e devono sostenere il tutto con appropriati riferimenti provenienti dalla letteratura scientifica. 

Emerge in tal modo il ritratto ideale del partner al quale il medico si può affidare per scegliere quali integratori alimentari consigliare ai propri pazienti. Se queste premesse vengono rispettate si può reputare che il numero dei soggetti soddisfatti dell’uso degli integratori alimentari e che grazie al contributo da essi fornito sono facilitati nella conservazione dello stato di salute sia destinato ad accrescersi ulteriormente rispetto ai dati, già estremamente confortanti, che emergono dalla ricerca condotta dal Censis.

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