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Infezioni respiratorie ricorrenti nei bambini: cosa sono?

Febbre, tosse, riniti, faringiti: in generale sono questi i sintomi principali che caratterizzano le infezioni respiratorie ricorrenti (IRR) nei bambini, un problema particolarmente frequente nel periodo invernale e nell’età prescolare. Di origine prevalentemente virale, possono ripetersi fino a 5-6 volte nel corso della stagione fredda e interessano più frequentemente le alte vie respiratorie.
Quando si può parlare di infezioni respiratorie ricorrenti?
«Si calcola che nel primo anno di vita un bambino su 4 soffra di questo problema e successivamente un bambino su 5. Le infezioni respiratorie recidivanti tendono poi a ridursi del 20% per anno e verso i 4-5 anni generalmente si è “fuori dal guado”», evidenzia Francesco Macrì, pediatra allergologo, segretario del Gruppo di studio medicine complementari della Sip (Società italiana di pediatria). Secondo il medico, i bambini si considerano affetti da IRR quando il numero di episodi acuti febbrili supera quota 6 se a carico delle alte vie respiratore (orecchie, naso, gola) o quota 3 se a carico delle basse vie respiratorie (bronchi e polmoni), in un arco di tempo che va dall’inizio dell’anno scolastico fino alla primavera, in pratica un episodio al mese». Sono forme che vengono gestite generalmente a domicilio, ma che rappresentano un terzo dei motivi di consultazione pediatrica ambulatoriale, con un impatto economico di circa 300 euro a episodio sulle famiglie. Si tratta di una patologia che, specie se si manifesta sotto i 5-6 anni di età, è destinata a non scomparire mai completamente. Le ragioni eziologiche sono individuali, come basse difese immunitarie, una particolare predisposizione, ma anche i fattori ambientali giocano un ruolo importante: la presenza di tanti bambini in classi di piccole dimensioni, l’inquinamento outdoor e indoor. In assenza di altre patologie, è però vero che si tratta di una condizione transitoria, che con la crescita tende a manifestarsi progressivamente di meno. Le misure da adottare sono soprattutto di tipo preventivo e si riassumono nel porre particolare importanza all’ambiente in cui vive il bambino: evitare la presenza di fumo, le temperature troppo elevate del riscaldamento, curare in generale l’igiene degli spazi chiusi.
Ridurre i disturbi è possibile
Quando si presentano infezioni respiratorie, tosse e raffreddore rappresentano disturbi fastidiosi, che è possibile attenuare con l’utilizzo di preparati in cui l’azione mucolitica e quella decongestionante vengono associate. Particolarmente utili le formulazioni a base di acetilcisteina, nota per la capacità di fluidificare le secrezioni, e con soluzione ipertonica, che libera le mucose nasali facilitando la respirazione. Molto pratici i prodotti in fiale per somministrazione aerosolica o docce nasali.