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Sindrome primaverile: stanchezza dovuta al cambio di stagione

La primavera è il momento in cui la natura si risveglia, ma può essere anche un periodo dell’anno in cui molte persone si sentono stanche ed affaticate, perché?

Stanchezza fisica e mentale durante il cambio di stagione

La chiamano “sindrome primaverile” o “letargia primaverile”, si tratta di un malessere che in genere dura alcune settimane, uno stato di affaticamento con diminuite energie fisiche e umore basso associato all’arrivo della primavera. Ci si sente sempre stanchi, nonostante un’adeguata quantità di ore di sonno, si è più sensibili ai cambiamenti meteorologici, irritabili e talvolta si possono avvertire mal di testa o dolori articolari.

A incidere sul senso di stanchezza fisica e mentale è il cambio di stagione, caratterizzato da rapide variazioni di temperatura, dal cambio dell’ora (in primavera le lancette dell’orologio vengono portate avanti, facendo perdere un’ora di sonno) e da un diverso numero di ore di luce naturale.

Oltre a questi fattori, alcuni soggetti possono essere più sensibili e avere disturbi più intensi perché soffrono di allergie che si scatenano in primavera, rendendo questa stagione meno piacevole.

Anche lo stile di vita incide molto sull’intensità della “sindrome primaverile”. In queste settimane, in seguito alla pandemia da COVID-19, stiamo vivendo una situazione di emergenza e di distanziamento sociale molto stressante, con forti implicazioni sul tono dell’umore e sulle nostre energie fisiche. La quarantena è iniziata quando ancora le giornate erano fredde e corte, ora invece ci avviamo ad una graduale ripresa delle attività con giornate lunghe e calde, alternate a giorni di pioggia.

Per il nostro organismo adattarsi rapidamente a tutti questi cambiamenti è un’impresa che richiede molte energie.

I ritmi circadiani

La vita sulla terra si è evoluta in condizioni di notti buie e giorni luminosi. Le funzioni biologiche hanno un tempo definito per un funzionamento ottimale: alcuni processi avvengono di notte e altri durante il giorno. L’organizzazione temporale della fisiologia è importante per mantenere la salute e il benessere.

I ritmi circadiani hanno una durata di circa 24 ore. Questi ritmi interni richiedono input di luce naturale per allinearsi con le condizioni di luce-buio esterne. Fondamentale è la luce del sole, soprattutto al mattino appena svegli, la luce artificiale non può rimpiazzare la luce solare.

L’orologio circadiano principale si trova nel nucleo soprachiasmatico, cioè in gruppi di neuroni dell’ipotalamo. Il nostro orologio interno si sincronizza con l’ambiente esterno usando input di luce trasmessi direttamente da fotorecettori retinici specializzati. La luce solare genera nel nucleo soprachiasmatico ritmi giornalieri di trascrizione e traduzione. Ciò significa che diversi geni vengono espressi e diverse proteine vengono prodotte in momenti differenti della giornata.

(Nelson RJ, Chbeir S. Dark matters: effects of light at night on metabolism. Proc Nutr Soc. 2018;77(3):223‐229.)

I ritmi stagionali


L’orologio circadiano è sensibile ai cambiamenti stagionali del ciclo luce-buio naturale. Una ridotta esposizione alla luce solare durante il giorno e una maggiore esposizione all’illuminazione elettrica nelle ore notturne (fattori tipici della vita moderna e ancora più accentuati in questo periodo di distanziamento sociale) causano alterazioni dei ritmi circadiani e ritardano il momento del sonno.

Queste alterazioni sono associate a:

●        prestazioni cognitive negative

●        sonnolenza diurna

●        riduzione del rendimento scolastico e del rendimento alla guida

●        abuso di sostanze

●        disturbi dell’umore

●        diabete

●        obesità

La mancanza di luce solare, attraverso i suoi effetti sui neuroni del nucleo soprachiasmatico, può alterare i livelli di alcune sostanze chimiche che controllano i ritmi circadiani, come la melatonina.

(Stothard ER, McHill AW, Depner CM, et al. Circadian Entrainment to the Natural Light-Dark Cycle across Seasons and the WeekendCurr Biol. 2017;27(4):508‐513.)

La melatonina e la sua produzione fisiologica

La melatonina è un ormone che viene prodotto centralmente nella ghiandola pineale dei vertebrati, in particolare nei mammiferi, viene sintetizzata anche localmente in diverse cellule e tessuti. La sua sintesi pineale è regolata dal nucleo soprachiasmatico.

La sintesi di melatonina avviene di notte, a condizione che sia buio (l’esposizione prolungata alle luci artificiali e agli schermi ha un effetto negativo)La produzione e la secrezione notturna di melatonina seguono la durata della notte e quindi i suoi livelli variano naturalmente durante l’anno. L’organismo produrrà più melatonina durante le lunghe notti invernali e meno durante la primavera e l’estate.

La melatonina è un sincronizzatore interno che regola adeguatamente i tempi della fisiologia dell’organismo durante le 24 ore del giorno e per tutte le stagioni dell’anno.

La melatonina è anche uno dei più potenti antiossidanti naturali, inattiva direttamente le specie reattive dell’ossigeno e dell’azoto e mette in funzione il sistema antiossidante enzimatico intracellulare. Come ormone è in grado di controllare eventi stagionali quali:

●        riproduzione

●        metabolismo energetico

●        risposta immunitaria

●        termogenesi

●        crescita

●        controllo del peso corporeo

(Amaral FGD, Cipolla-Neto J. A brief review about melatonin, a pineal hormone. Arch Endocrinol Metab. 2018;62(4):472‐479.)

Al cambio di stagione l’organismo deve rimodulare la produzione di melatonina in base alla nuova alternanza tra ore di luce naturale e buio. È proprio in questa fase che ci possiamo sentire particolarmente stanchi ed affaticati ed è quindi utile sostenere l’organismo per mezzo dell’assunzione di sostanze attive che lo aiutino a riadattarsi più velocemente alle nuove condizioni.

Conclusione

I mutamenti giornalieri e stagionali nelle ore di luce solare generano profondi cambiamenti nei ritmi naturali del nostro corpo.

Per affrontare al meglio questi cambiamenti e contrastare la stanchezza da “sindrome primaverile” è indispensabile adottare uno stile di vita sano, con un’alimentazione bilanciata e adeguati livelli di attività fisica. Non dimentichiamo che la luce naturale del sole gioca un ruolo fondamentale.

Quando sentiamo che ciò non basta o non è possibile trascorrere abbastanza tempo all’aperto (per esempio a causa delle misure di quarantena e distanziamento sociale) si può ricorrere a specifici integratori alimentari.

In particolare, sono disponibili prodotti contenenti combinazioni di estratti di origine vegetale utili per sostenere l’organismo, fornire energia e contrastare la stanchezza fisica e mentale. Tali sostanze godono di letteratura scientifica internazionale che ne dimostra l’efficacia e la sicurezza.

Fonti: Nelson RJ, Chbeir S. Dark matters: effects of light at night on metabolism. Proc Nutr Soc. 2018;77(3):223‐229.

Stothard ER, McHill AW, Depner CM, et al. Circadian Entrainment to the Natural Light-Dark Cycle across Seasons and the Weekend. Curr Biol. 2017;27(4):508‐513.

Amaral FGD, Cipolla-Neto J. A brief review about melatonin, a pineal hormone. Arch Endocrinol Metab. 2018;62(4):472‐479.